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nuove – Studio Paolisso & Partners
Con Provvedimento del Direttore dell’Agenzia Entrate n. 249936/2021 del 30 settembre 2021  sono state definite le modalità tecniche di utilizzo, ai fini dell’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata, dei dati delle spese sanitarie comunicate dai diversi soggetti obbligati, con riferimento all’anno d’imposta 2021.

A partire dall’anno d’imposta 2021, si arricchisce ulteriormente l’elenco dei soggetti tenuti a trasmettere le spese sanitarie al Sistema TS.

Dopo quest’ultima implementazione dei soggetti chiamati a trasmettere i dati al Sistema TS, il quadro completo delle spese sanitarie che saranno presenti nelle dichiarazioni precompilate 2022, riferimento anno d’imposta 2021, è il seguente:

a. ticket per acquisto di farmaci e per prestazioni fruite nell’ambito del Servizio sanitario nazionale;

b. farmaci: spese relative all’acquisto di farmaci, anche omeopatici;

c. dispositivi medici con marcatura CE: spese relative all’acquisto o affitto di dispositivi medici con marcatura CE;

d. servizi sanitari erogati dalle farmacie e parafarmacie;
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E’ stato pubblicato nella G.U. n. 141 del 15 giugno 2021 il dlgs 83 del 25/5/2021, che recepisce le nuove disposizioni in materia di IVA sul commercio elettronico contenute nell’art. 2 della direttiva 2455/2017, con effetto dal prossimo 1° luglio 2021.

Segnaliamo:

Vendite intracomunitarie a distanza. Il regime Iva delle vendite intracomunitarie a distanza (compreso il commercio elettronico verso consumatori) continuerà a basarsi sul principio della tassazione nel paese di destinazione dei beni, con la deroga per le vendite “sotto soglia”, che per motivi di semplificazione sono assoggettate ad IVA nel paese di partenza, salvo opzione del fornitore per la tassazione secondo il principio generale. La soglia di semplificazione sarà però ridotta da 35.000 euro per ciascun paese UE, a 10.000 euro per tutte le vendite nell’area unionale. Nel calcolo della soglia dovranno inoltre, essere considerate anche le prestazioni di cui all’art. 7-octies, dpr 633/72 (servizi elettronici, di telecomunicazione e di teleradiodiffusione resi a privati consumatori di altri paesi Ue).

Estensione dello sportello unico (ex MOSS, ora OSS). L’obbligo... [continua sul sito]
A decorrere dal 30 giugno 2021 entreranno in vigore gli orientamenti dell’autorità bancaria europea (Eba) in materia di concessione e monitoraggio del credito. Le linee guida dell’Eba sono parte dell’Action Plan europeo adottato dal Consiglio dell’Ue nel luglio 2017 per far fronte alla questione dei crediti deteriorati (non-performing loans), esplosa in particolare nei Paesi più vulnerabili dell’Eurozona in seguito alla crisi dei debiti sovrani, fra cui l’Italia. Il Consiglio aveva così dato mandato all’Eba di presentare «orientamenti dettagliati in materia di concessione dei crediti, monitoraggio e governance interna delle banche», riguardanti in particolare «questioni quali la trasparenza e la valutazione della solvibilità del mutuatario».

Le novità procedurali e tecniche introdotte sono contenute all’interno di 5 sezioni:


modalità di partecipazione della governance nei processi di concessione e monitoraggio del credito
best practices da seguire nella fase di concessione del credito
aspettative delle autorità di vigilanza per la determinazione dei prezzi dei prestiti sulla base del rischio... [continua sul sito]
Il 1° gennaio 2021 è scattato il termine ultimo per l'adeguamento dell'applicazione della definizione di default da parte degli istituti bancari. Sono infatti entrate in vigore le nuove norme contenute nel regolamento delegato (UE) 2018/171 della Commissione europea che disciplinano, in maniera più stringente rispetto a quelle precedenti, l'applicazione della definizione di "default" per le esposizioni dei clienti. Le nuove regole cambiano la metodologia con cui gli istituti bancari dovranno classificare i propri debitori e, quindi, calcolare i requisiti patrimoniali minimi obbligatori. La disciplina prudenziale riguardo la classificazione di "default" rimane in linea di base la medesima, ovvero deve ricorrere almeno una delle seguenti condizioni: debitore in arretrato da oltre 90 giorni nel pagamento di una obbligazione rilevante; la banca giudica improbabile che senza il ricorso ad azioni quali l'escussione delle garanzie il debitore adempia integralmente alla sua obbligazione. La nuova disciplina, cui scadenza per l'adeguamento era appunto il 1° gennaio 2021, va a modificare la definizione di "obbligazione rilevante", cardine della prima delle due condizioni che possono condurre... [continua sul sito]
Tra le misure previste dal governo a sostegno della ripresa economica, in risposta al crollo dei livelli occupazionali conseguenti all'emergenza sanitaria Covid - 19, con il Decreto Agosto è stato introdotto un esonero contributivo di 6 mesi sulle nuove assunzioni effettuate a partire dal 15 agosto 2020 ed entro la fine del 2020.
Ecco in sintesi le principali caratteristiche.
Per quali assunzioni è previsto l'esonero?
Come di consueto l'agevolazione si applica solo sulle assunzioni a tempo indeterminato (e anche sulle trasformazioni da tempo determinato a indeterminato), con esclusione dei contratti di apprendistato e dei contratti di lavoro domestico. L'esonero non può essere goduto per i soggetti che sono già stati occupati a tempo indeterminato presso lo stesso datore di lavoro nei sei mesi precedenti. L'esonero non si applica ai datori di lavoro del settore agricolo.
In cosa consiste l'esonero?
Per le assunzioni che rientrano nelle casistiche previste dall'agevolazione, il datore di lavoro potrà godere dell'esonero totale dei contributi previdenziali a suo carico, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'Inail, nel limite massimo... [continua sul sito]
La crisi sanitaria ha ridotto di un terzo le aperture di nuove partite Iva. È ciò che emerge dall'ultimo rapporto
Nel primo trimestre 2020 il numero di nuove partite Iva si è ridotto del 19,7% rispetto al 2019. Questo il dato che emerge dall'ultimo comunicato dell'Osservatorio sulle partite IVA del Ministero dell'Economia e delle finanze. Nei primi tre mesi del 2020 infatti si contano 158.740 nuove attività, quasi un quinto in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Nei primi due mesi, rileva il Mef, risulta una contrazione dell'8% dovuta "principalmente alla diminuzione di avviamenti in regime forfetario rispetto al notevole aumento riscontrato nei primi mesi del 2019 grazie all'innalzamento del limite di ricavi a 65.000 euro". Poi a marzo è intervenuta l'emergenza sanitaria. In particolare il diffondersi del contagio e le stringenti misure di contenimento avrebbero portato ad un calo di aperture pari al 50%.
Tre quarti delle nuove aperture di partita Iva è da imputare alle persone fisiche (76,1%), seguite dalle società di capitali (18,6%) e dalle società di persone (3,6%). Nel mese di marzo tutte le forme giuridiche registrano un crollo compreso tra il 50 e il 57%, mentre nei primi due mesi del 2020 sono state le società di persone fisiche ad accusare maggiormente il colpo (... [continua sul sito]
Nel primo trimestre 2020 il numero di nuove partite Iva si è ridotto del 19,7% rispetto al 2019. Questo il dato che emerge dall'ultimo comunicato dell'Osservatorio sulle partite IVA del Ministero dell'Economia e delle finanze. Nei primi tre mesi del 2020 infatti si contano 158.740 nuove attività, quasi un quinto in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Nei primi due mesi, rileva il Mef, risulta una contrazione dell'8% dovuta "principalmente alla diminuzione di avviamenti in regime forfetario rispetto al notevole aumento riscontrato nei primi mesi del 2019 grazie all'innalzamento del limite di ricavi a 65.000 euro". Poi a marzo è intervenuta l'emergenza sanitaria. In particolare il diffondersi del contagio e le stringenti misure di contenimento avrebbero portato ad un calo di aperture pari al 50%.
Tre quarti delle nuove aperture di partita Iva è da imputare alle persone fisiche (76,1%), seguite dalle società di capitali (18,6%) e dalle società di persone (3,6%). Nel mese di marzo tutte le forme giuridiche registrano un crollo compreso tra il 50 e il 57%, mentre nei primi due mesi del 2020 sono state le società di persone fisiche ad accusare maggiormente il colpo (... [continua sul sito]
Per facilitare o consentire l'accesso al credito, il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti ha ampliato il plafond per il finanziamento delle banche da 1 a 3 miliardi di euro, che saranno erogati a tassi calmierati a Pmi e Mid-cap dalle istituzioni finanziarie aderenti alla "Piattaforma Imprese". Queste risorse sono immediatamente disponibili e serviranno a sostenere investimenti ed esigenze di capitale circolante delle imprese nazionali.
Per supportare le attività di export e internazionalizzazione, SACE ha previsto interventi per ulteriori 4 miliardi di euro, in prospettiva del Piano per la Promozione del Made in Italy coordinato da MAECI, ICE e Gruppo CDP. Si tratta di iniziative volte sia a sostenere le necessità di capitale circolante, sia a rilanciare le esportazioni e diversificare i propri mercati di riferimento.
In questo contesto, SACE dedicherà:

un plafond fino a 1,5 miliardi di euro di garanzie per facilitare l'erogazione di finanziamenti bancari a supporto delle esigenze di capitale circolante per immettere nel sistema, attraverso i partner bancari, nuova liquidità soprattutto per le PMI
un plafond di 2 miliardi di euro di coperture... [continua sul sito]
Nel quarto trimestre 2019 è aumentato il numero delle startup innovative. A dirlo è il report stilato da Unioncamere, Infocamere e Ministero dello Sviluppo economico che raccoglie le rilevazioni aggiornate al primo gennaio 2020. Alla fine del quarto trimestre 2019, infatti, il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese è pari a 10.882. Un aumento di 272 unità (+2,6%) rispetto al 30 settembre 2019. Per poter rientrare nella definizione di startup innovativa la società deve rispettare determinati criteri: deve essere stata costituita da meno di cinque anni, deve avere un fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro, non deve essere quotata e deve rientrare in specifici indicatori relativi all'innovazione tecnologica secondo la normativa nazionale. Negli ultimi cinque anni sono state costituite circa 365mila società di capitali (che risultano ancora attive) e di queste solo il 2,98% risulta essere "startup innovativa".

Il capitale sociale sottoscritto complessivamente da queste startup risulta in crescita nell'ultimo trimestre 2019 rispetto al periodo precedente: +37,6 milioni di euro, pari al 6,89% di aumento, raggiungendo così quota 583,2 milioni di euro. Il capitale medio sottoscritto... [continua sul sito]