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obbligo – Studio Paolisso & Partners
Con il D.L. n. 118/2021, convertito con la legge n. 147/2021, il codice della crisi e dell'insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), già rinviato più volte, entrerà il vigore il prossimo 16 maggio 2022 con importanti cambiamenti.

In particolare è previsto un nuovo obbligo di segnalazione da parte dei creditori pubblici qualificati con decorrenza 1° gennaio 2022 (art. 30 sexies, D.L. n. 152/2021 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 233/2021).

I creditori pubblici qualificati:

- l'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS);
- l'Agenzia delle entrate;
- l'Agenzia delle entrate-Riscossione,

dovranno segnalare il superamento di determinate soglie di esposizione debitoria fiscale e/o contributivo all'imprenditore e, ove esistente, all'organo di controllo , tramite posta elettronica certificata o, in mancanza, mediante raccomandata con avviso di ricevimento inviata all'indirizzo risultante dall'anagrafe tributaria.

La segnalazione ha lo scopo di incentivare i destinatari delle comunicazioni ad attivarsi preventivamente per la verifica del presupposto del "going concern".
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La nuova riforma degli ammortizzatori sociali avvenuta con legge n. 234/2021 ha introdotto l'obbligo per tutte le aziende che occupano almeno 1 dipendente, a partire dal 1° gennaio 2022, di essere iscritte ad un Fondo di solidarietà Bilaterale, che deve essere istituito dalle rappresentanze sindacali datoriali e dei lavoratori del proprio settore, o in alternativa al FIS (Fondo di integrazione salariale).

Le prestazioni

Il Fondo eroga l'assegno di integrazione salariale, che ha la durata di:


13 settimane in un biennio mobile, in favore dei dipendenti da datori di lavoro che, mediamente, occupano fino a 5 dipendenti;
26 settimane in un biennio mobile, in favore dei dipendenti da imprese che, mediamente, occupano più di 6 dipendenti.


L'ammontare dell'assegno di integrazione salariale ha un massimale di importo pari a quello delle altre integrazioni ordinarie, straordinarie e di solidarietà.

L'aliquota di Finanziamento del FIS (i Fondi bilaterali declineranno la propria aliquota specifica)

L'aliquota di finanziamento ordinaria del FIS è:


0,50%... [continua sul sito]
La L. 124/2017 richiede la pubblicazione, entro il 30 giugno di ogni anno, sul proprio sito internet aziendale, dell’elenco completo e dettagliato degli aiuti e contributi pubblici ricevuti nell’esercizio dell’attività di impresa nel corso dell’anno precedente, se di importo complessivo superiore a 10.000 euro. I soggetti che non hanno un proprio sito internet devono provvedere alla pubblicazione sul sito internet delle associazioni di categoria alle quali aderiscono.

Sono obbligati alla pubblicazione i soggetti iscritti al Registro delle imprese:


società di Capitali (Spa, Srl, Sapa);
società di persone (Snc, Sas);
ditte individuali esercenti attività di impresa (a prescindere dal regime contabile ed inclusi i soggetti in contabilità ordinaria, semplificata, regime dei minimi, regime forfettario);
società cooperative (incluse le cooperative sociali).


Sono invece esclusi i liberi professionisti.

I gruppi di imprese devono provvedere a pubblicare gli aiuti e i contributi pubblici erogati:


al gruppo;
alle singole imprese facenti... [continua sul sito]
Il protocollo di intesa siglato tra Governo e Parti Sociali il 14 marzo 2020 per il contrasto e contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro prevede, per le ditte non interessate dai provvedimenti di chiusura dai DPCM e dal Decreto MISE, una serie di misure quali le informazioni da fornire al personale dipendente, le modalità di accesso dei fornitori esterni, le precauzioni igieniche personali, la gestione degli spazi comuni, i dispositivi di protezione individuali etc.

Tra queste misure il punto 4 prevede che
"l'azienda assicura la pulizia giornaliera E la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago".

Tale previsione viene da noi interpretata nel senso che l'azienda (ma alla stessa stregua lo studio professionale) che ha proseguito l'attività non essendo questa stata interessata dai vari Decreti che ne imponevano la chiusura e che non ha volontariamente interrotto l'attività, SIA OBBLIGATA a procedere alla "sanificazione periodica dei locali, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago", che si ribadisce essere, a nostra interpretazione,... [continua sul sito]
Con il Decreto Legge 18/10/2012 n. 179 veniva previsto che tutti le imprese, artigiani, commercianti e professionisti, fossero obbligati ad accettare il pagamento con carte di credito o debito. Rammentiamo che la carta di debito è, ad esempio, il Bancomat (quando si utilizza viene addebitato l'importo della spesa direttamente sul proprio conto corrente) mentre la carta di credito è rappresentata, ad esempio, dalle carte Visa-Nexi, American Express etc. (l'importo della spesa viene addebitata alla società che emette la carta e successivamente al cliente tramite estratto conto).

Dal 1° luglio 2020 tutti coloro che hanno a che fare con clienti "privati" (spacci aziendali di imprese, artigiani quali elettricisti, calzolai, idraulici, pettinatrici, barbieri etc.etc. nonché i professionisti) sono obbligati ad accettare i pagamenti tramite almeno una carta di debito ed una carta di credito, in pratica sono obbligati ad installare il POS per accettare tali pagamenti.

Dal 1° luglio 2020 scattano anche le sanzioni nel caso in cui non si accetti il pagamento con carta di credito o debito: chiaramente tale sanzione dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere applicata su segnalazione del cliente il cui pagamento tramite carta di credito/debito viene rifiutato, quindi la prima cosa da verificare è:

qualche cliente mi... [continua sul sito]
Con il Decreto Legge 18/10/2012 n. 179 veniva previsto che tutti le imprese, artigiani, commercianti e professionisti, fossero obbligati ad accettare il pagamento con carte di credito o debito. Rammentiamo che la carta di debito è, ad esempio, il Bancomat (quando si utilizza viene addebitato l'importo della spesa direttamente sul proprio conto corrente) mentre la carta di credito è rappresentata, ad esempio, dalle carte Visa-Nexi, American Express etc. (l'importo della spesa viene addebitata alla società che emette la carta e successivamente al cliente tramite estratto conto).

Dal 1° luglio 2020 tutti coloro che hanno a che fare con clienti "privati" (spacci aziendali di imprese, artigiani quali elettricisti, calzolai, idraulici, pettinatrici, barbieri etc.etc. nonché i professionisti) sono obbligati ad accettare i pagamenti tramite almeno una carta di debito ed una carta di credito, in pratica sono obbligati ad installare il POS per accettare tali pagamenti.

Dal 1° luglio 2020 scattano anche le sanzioni nel caso in cui non si accetti il pagamento con carta di credito o debito: chiaramente tale sanzione dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere applicata su segnalazione del cliente il cui pagamento tramite carta di credito/debito viene rifiutato, quindi la prima cosa da verificare è:

qualche cliente mi... [continua sul sito]
La Corte di Cassazione (Sentenza sez. lavoro del 13 novembre 2019 n° 29179) ha affrontato il tema dell'obbligo del datore di lavoro di valutare la possibilità di ricollocazione del dipendente preliminarmente alla decisione di procedere con il licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

Nel caso specifico della sentenza ci si riferisce ad un datore di lavoro facente parte di un gruppo di imprese (alcune delle quali all'estero) e consente quindi di delineare i limiti dell'obbligo di repechage. In particolare, il lavoratore sosteneva che l'azienda non avesse correttamente adempiuto al preliminare obbligo di valutare la possibilità della sua ricollocazione anche in altre aziende facenti parte del medesimo gruppo, oltre al mancato rispetto dell'obbligo di correttezza e buona fede nell'individuazione del lavoratore da licenziare.

Il giudice di primo grado e la Corte di Appello respingevano le domande del lavoratore che proponeva, quindi, ricorso in Cassazione. Nel licenziamento per giustificato motivo oggettivo il datore di lavoro non è onerato del solo obbligo di provare la sussistenza in concreto delle ragioni di fatto che lo hanno indotto... [continua sul sito]